Abbiamo visto la vita nei villaggi del Kutch, soprattutto quando abbiamo dormito in un villaggio ai margini del deserto.
Secondo la nostra guida Kuldip è una vita che va a un ritmo naturale, tranquilla, senza inquinamento, vicino alla famiglia.
Io ho visto sopratutto una vita dura, una quotidianità povera di stimoli, con pochissime comodità. Una vita che per me e per noi sarebbe insopportabile, ma che per tantissime persone è l’unica realtà possibile.
Location: natura e niente vicini fastidiosi, ma…
La location, a prima vista, può essere interessante. La natura del deserto è selvaggia e affascinante, panorami e tramonti sono di una bellezza indiscutibile.
Per contro, ti trovi a vivere in un villaggio che magari è senza una vera strada, dove per arrivare al negozio più vicino impieghi ore. Se devi spingerti fino a un ospedale, o ad altri servizi, potrebbero servirti giorni.
Le notti sono fredde e possono diventare gelide, e l’unico modo per scaldarsi è seppellirti di coperte, e accendere un fuoco dopo aver fatto un sacco di fatica per raccogliere la legna.
Di giorno, il sole comincia a battere implacabile già dalle prime ore del mattino. D’inverno è anche sopportabile, ma credo che in estate la maggior parte del giorno non sia vivibile. E non ci sono molti rifugi dal caldo torrido.
Niente piscina, niente aria condizionata, ma neanche infissi coibentati. Anche solo trovare un po’ di ombra per tutti non è scontato.
La polvere è dappertutto. Si posa su di te e sulle tue cose in ogni momento, continuamente. Ti entra nel naso, si alza in piccole nuvolette ogni volta che ti siedi o dai un colpo a un cuscino o una coperta. Te la senti tra i capelli, li rende ruvidi e secchi. Insomma, la polvere fa schifo.
Anche gli animali sono dappertutto. Capre, bufale, cani, gatti. E dove ci sono tanti aimali, ci sono tante cacche per la strada. E dove ci sono le cacche, ci sono mosche e insetti. Un sacco di mosche e di insetti. Che si posano dappertutto, ma sopratutto su di te. A vedere gli abitanti del villaggio, ti abitui e stai sereno con decine di mosche sulla pelle….
Capanne di fango: vantaggi (pochi) e svantaggi (tanti)
Abbiamo già parlato della nostra notte in capanna, quindi in questa sezione non mi serve dire molto.
Vivere in una capanna di fango ha dei vantaggi, credo. Me ne viene in mente solo uno: costa molto, molto meno che comprare una casa vera.
Gli svantaggi però sono numerosi. Devi vivere in spazi ristrettissimi, una famiglia in uno spazio 3 metri x 3 metri o giù di lì.
La capanna è fredda e piena di spifferi di notte quando fa freddo, e bollente di giorno e nei tanti mesi caldi, quando il sole è implacabile. Non ho idea di come sia durante la stagione delle piogge, ma ipotizzo non sia piacevole.
I letti sono scomodi. Il bagno fuori non mi convince. L’elettricità e l’acqua corrente sono comodità a cui è difficile rinunciare per una notte, figuriamoci una vita.
Posso apprezzare in linea teorica la tradizione, ma credo che le case moderne vincano su tutta la linea sulle capanne di fango.
Vivere nel deserto: zero stress, ma…
Il bello di vivere nel deserto è che i ritmi sono naturali, lontani dalla frenesia della vita moderna.
Il brutto di vivere nel deserto è… tante altre cose. Me ne vengono in mente solo alcune.
Avere un lavoro buon dire stare lontani da casa, un villaggio di capanne non offre un sistema economico e produttivo molto florido.
La vita di tutti i giorni, per chi non ha un lavoro o riesce a campare del poco che riesce ad avere dal villaggio, non è molto divertente. Per dirla tutta, credo sia noiosa all’estremo. Alla fine vivi con così poco che non c’è neanche molto da fare, anche se volessi. Ho visto signore spazzare una superfice di terra battuta, quindi credo che la noia regni sovrana.
Ogni commissione e ogni lavoro domestico richiede tempi lunghissimi. Tenere pulito è una battaglia senza fine, con la polvere che si infiltra dappertutto in ogni momento. Cucinare è un lavoro di diverse ore al giorno, dove fai tutto a mano, e devi fare su un fuoco raccogliendo legna dai dintorni e usando cacca di mucca essiccata.
I divertimenti sono: parlare con i vicini, lavoricchiare sui ricami, rompere le scatole agli animali, fumare, e non so bene che altro. Non ho visto libri o giornali, non ho visto televisioni, ho visto pochissimi cellulari.
Bambini che crescono nel deserto: come è la loro vita
Ma quello che mi ha fatto pensare, e che ha dato lo spunto a tutto questo post, è stato vedere i bambini.
Sono arrivati tutti sorridenti a conoscerci, a guardarci un pò incerti, cercando di capire cosa fossero questi visitatori con i vestiti strani, i capelli strani, la pelle strana.
Poi abbiamo visto quanto erano affascinati dal vedere Alessia che scriveva sul suo diario.
Ci hanno spiegato che molti di loro non vanno a scuola, e quindi non imparano neanche a leggere e scrivere.
Quando ha offerto loro di usare penne e pennarelli alcuni si sono tirati indietro, e altri non sembravano proprio sapere cosa fare. Non sanno neppure usare carta e matite per fare un disegno… pensato un bambino che non può disegnare e colorare, che non ha mai imparato a farlo.
Quando li ho lasciati “giocare” con il cellulare per fare foto e guardare la galleria fotografica, ho visto degli occhi che brillavano di curiosità e di voglia di scoprire qualcosa di nuovo.
In un villaggio, isolati dal mondo, non hanno praticamente nessuno stimolo. Se non sanno leggere, non hanno la possibilità di godersi un libro, o anche solo un fumetto. Senza scuola e libri, quello che possono imparare è solo quello che hanno intorno in quel momento.
Senza scuola, senza possibilità di imparare, tagliati fuori dal mondo, senza stimoli, si trovano indirizzati su una strada che porta a un futuro con poche alternative e pochissime opportunità.
Vivere nel deserto: ne vale la pena?
Risposta breve: no.
Risposta lunga: assolutamente no.
Ma passare in un villaggio un pò di tempo, anche poche ore, basta per rendersi conto di quanto siamo fortunati. Di quanto diamo per scontato uno standard di vita che milioni di persone neanche si sognano.
Comodità banali come un riparo dal freddo e dal caldo, cucinare in pochi minuti, tirare l’acqua del bagno, poter fare un bagno o una doccia, dormire in un letto pulito…
E tutte le opportunità che abbiamo. Di viaggiare, di imparare nuove cose, di comunicare con il mondo, di giocare, di guardare la televisione, di leggere e scrivere. Non dovrebbero essere cose ovvie, per tanti sono dei lussi, qualcosa che non avranno mai
Mi interessano molto i post di questa settimana.
Prima penso che noi abbiamo tante facilitazioni e tanti aiuti per esprimere la nostra personalità, i poveri invece ne hanno pochi ma in compenso hanno una umanità molto ricca e molto spontanea.
Mi colpiscono le vostre esperienze e i vostri giudizi.
Condivido pienamente quello che tu scrivi sui bambini: sarebbe bello che tutti i bambini di questo mondo avessero una scuola completamente a loro dedicata.
Buona continuazione, anche nel vostro percorso di vita ciao
Esperienza molto interessante
Vale la pena di viaggiare per viverla
Bravi