Vai al contenuto

Le pire funebri e i funerali a Varanasi (e in India)

DISCLAIMER: in questo post ho cercato di riportare solo cose che ho visto di persona, e che mi è stato spiegato da un ragazzo indiano conosciuto mentre osservavamo le cremazioni, e che ho letto sulla Lonely Planet. Potrebbe contenere inesattezze.

Se andate a Varanasi, come parte di un tour organizzato o anche da soli, quasi sicuramente andrete a vedere le cremazioni rituali che fanno sulle rive del Gange. Gli induisti cremano i loro morti, e farlo a Varanasi è molto ambito, perché è una città sacra e si trova lungo un fiume sacro.

Tutti i giorni, a tutte le ore del giorno e della notte, in alcuni punti della città potrete vedere le pire che bruciano, senza sosta. Quando una pira ha finito viene subito sgomberato il posto per preparare quella successiva.

E’ una tappa fissa, e anche se è un po’ troppo “turistica” è comunque un momento molto impressionante ed emozionante

Il Manikarnika Ghat di Varanasi

Ci sono due posti a Varanasi che sono dedicati alle cremazioni. Si trovano entrambi sulle rive del Gange, lungo i ghat, uno più a nord e uno più a sud.

Il posto più famoso per le cremazioni è il Manikarnika Ghat, che si trova verso nord e vicino al grande tempio di Shri Kashi Vishwanath. E’ il punto più famoso e antico per le cremazioni. Intorno ci sono i depositi di legna che viene utilizzata per le pire, e alcuni piccoli templi che sembrano molto antichi.

Poi l’area delle cremazioni è molto ristretta, e chiusa da un recinto di lamiera. Davanti ai roghi c’è sempre parecchia gente che assiste, spesso semplici passanti e curiosi. Un po’ più indietro c’è uno spazio di terra rialzato che offre una migliore visuale. Potete anche provare ad andare nelle terrazze intorno, ma dicono che chiedano mance e pagamenti.

Qui potete vedere le cerimonie funebri in tutte le loro fasi, che spesso possono essere molto complesse.

L’altro ghat delle cremazioni si trova verso sud, e si chiama Maharaja Harishchandra Ghat. Qui le cremazioni avvengono in un’area più “aperta”, molto più vicino all’acqua. A fianco c’è anche una piattaforma rialzata e dietro una grande scalinata, quindi è più semplice assistere.

Qui le cerimonie sembrano un po’ più sbrigative, spesso i defunti arrivano trasportati a spalla e collocati direttamente sulla pira, che poi viene accesa subito.

E’ un peccato, perché le cerimonie possono essere affascinanti e impressionanti… Ecco quello che abbiamo visto, e quello che ci ha insegnato un ragazzo indiano che si trovava a fianco a noi durante una di queste cerimonie.

I preparativi della pira funebre e della cerimonia di cremazione

I funerali non sono uguali per tutti. La legna usata per la pira funebre può essere più o meno pregiata, ne serve molta quindi è una grossa spesa. I più ricchi usano legno di sandalo. La legna viene pesata accuratamente, e intorno al Manikarnika Ghat vedrete diversi “negozi” pieni di legna con davanti vecchie bilance proprio a questo scopo.

La pira viene costruita con attenzione, incastrando la legna con perizia.

Da quello che abbiamo capito non c’è neppure un vero e proprio funerale, o una cerimonia funebre. “Only crying”, solo lacrime, secondo il ragazzo che era a fianco a noi.

I corpi arrivano al luogo della cremazione attraversando la città su una lettiga i bambù e coperti da un semplice lenzuolo bianco. Sotto non avrà vestiti, perché arriviamo a questo mondo senza niente, e ce ne andiamo senza niente.

Se il corpo va al Maharaja Harishchandra Ghat può arrivare poco distante caricato sul tetto di un fuoristrada, o almeno ne abbiamo visto arrivare uno così. Per l’ultimo tratto viene portato a spalla da un gruppo di partecipanti al funerale, che reciteranno mantra a gran voce. Se va al Manikarnika Ghat il corpo verrà portato in spalla per le stradine strette della città vecchia, e potreste dovervi scansare per lasciar passare il corteo funebre.

In una cerimonia completa il corpo viene immerso nelle acque del Gange, che purificano dai peccati. Per questo gli indù vi si immergono, ci fanno il bagno, ne bevono l’acqua e così via.

Poi il corpo viene appoggiato sulla pira, e viene scoperto il viso.  

La cerimonia della cremazione a Varanasi

La cerimonia può essere più o meno complessa a seconda delle scelte della famiglia del defunto.

Può essere presente un sacerdote per svolgere alcuni rituali, ma non è detto. 

Alla cerimonia di cremazione partecipano solo gli uomini, parenti o amici del defunto e della famiglia. Perché non le donne? 

Secondo il nostro amico indiano il motivo era che durante la cerimonia non ci possono essere lacrime o altre manifestazioni di dolore, e le donne sono troppo impressionabili ed emotive e non hanno una sufficiente stoicità.

Gli uomini che abbiamo visto erano effettivamente impassibili, e assistevano a ogni momento senza battere ciglio. 

Tra i partecipanti alla cerimonia, uno di loro spicca tra gli altri. E’ coperto con un drappo bianco, a piedi nudi, e con barba e capelli completamente rasati. E’ il figlio o il fratello del/della defunta. Sarà lui a fare gli ultimi rituali, come ad esempio girare per tre volte intorno alla pira in senso orario. E sarà lui a dare fuoco alla pira con un fascio di rametti acceso.
Una volta abbiamo visto che era un ragazzino di 12-13 anni, e che ha dovuto dare fuoco a due pire…

Mentre aspetta che tutto sia pronto deve rimanere impassibile, come vuole la tradizione. Siccome non è mai facile per nessuno, ogni tanto lo vedevamo camminare su e giù, accompagnato da qualche parente che cercava di distrarlo. 

Quando il fuoco inizia è stato appiccato entrano in azione gli operatori che preparano e gestiscono le pire.
Tutte le parti “pratiche” della cremazioni vengono fatte da persone appartenenti alla casta degli intoccabili, i dom. Questa è stata una delle poche occasioni in cui sapevamo chiaramente la casta della persona che avevamo davanti.
E sono loro che poi fanno divampare davvero il fuoco e lo alimentano. Mi è sembrato di capire che lo facessero anche buttando sulla pira della segatura di legno di sandalo.

Le fiamme iniziano ad alzarsi, e tutto inizia a bruciare. E’ uno “spettacolo” impressionante nel senso letterale del termine, qualcosa che ti rimane impresso.
Colpisce anche gli stessi indiani. Le guide sottolineano che bisogna essere rispettosi e limitarsi a osservare. Abbiamo visto diversi indiani passare per di là, alzare il cellulare in alto per fare foto, per fare video, e più volte anche per farsi selfie e per fare dirette e videochiamate…

Una volta accesa la pira continuerà a bruciare per molto tempo, sviluppando un calore che si sente anche a diversi metri di distanza. Il corpo verrà completamente consumato da questo calore. Poi, quando gli operatori riterranno che sia il momento, la pira verrà smontata togliendo la legna che deve ancora consumarsi.
A volte viene anche “spenta” ritualmente dal parente vestito di bianco. Porterà una brocca di terracotta riempita di acqua del fiume sacro, che getterà sul fuoco girando le spalle. Poi butterà la brocca a terra perché si rompa.

Fine della cerimonia funebre indiana

Le ceneri verranno raccolte, per poi essere disperse in luoghi sacri indiani. Una parte, di solito un quarto, verrà dispersa nelle acque del vicino Gange.

A quel punto la cerimonia è finita. I partecipanti spesso rimangono a parlare tra loro, o ripartono impassibili come quando erano arrivati. Non abbiamo mai visto particolari espressioni di dolore, come siamo abituati a vedere nei nostri funerali. Questo non significa nulla, è solo il loro modo di affrontare la morte, molto diverso dal nostro. Allo stesso modo, intorno alle pire ci sono spesso bambini che giocano, e anche tanti che fanno volare gli aquiloni.

La famiglia osserverà un periodo di lutto di 1 mese. Nella casa del defunto non ci saranno visite, non verrà fatta la puja né altre cerimonie religiose. Abbiamo visto che gli indiani sono molto ligi a queste cerimonie, quindi è un aspetto importante del lutto.

1 commento su “Le pire funebri e i funerali a Varanasi (e in India)”

  1. Adesso che ne siete usciti sarebbe una bella cosa se ci parlate un po’ della vostra esperienza di meditazione trascendentale.
    E poi ho visto tutto il discorso molto interessante sui funerali e la cremazione. Non voglio invadere il campo altrui, però ricordiamoci che ci attende un giudizio finale e una bella vita per l’eternità.

Rispondi a Paolo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *