Sono passati ormai 3 mesi da quando siamo atterrati in India, in questo nuovo mondo che stiamo esplorando lentamente. Adesso siamo anche usciti dal Paese per passare un po’ di tempo in Nepal, prima di tornare (motivi di Visa e permessi).
Dopo 90 giorni è tempo di bilanci e di pensieri sparsi.
Percorso di 3 mesi in India
Dove siamo stati? Queste sono le tappe principali:
- New Delhi
- Mathura
- Agra
- Jaipur
- Bikaner
- Jaisalmer
- Jodhpur
- Dilwara
- Ahmedabad
- Buhj
- Udaipur
- Bundi
- Orchha
- Khajuraho
- Bodhgaya
- Varanasi
Ricordi speciali di 3 mesi in India
- vedere il Taj Mahal
- provare il cibo di strada indiano
- bere il lassi
- girare in un tuc tuc sgangherato
- chiacchierare con un indiano sconosciuto
- giocare con i bambini indiani
- assistere a un rito in un tempio indù
- fare selfie con gli indiani come fossimo star di Hollywood
- fare un piccolo corso di artigianato indiano
- Vedere un film indiano al cinema
- andare nel tempio dei ratti
- fare S.E.O. in India
- stare fermi davvero
- farsi fregare da un tuk tuk
- imparare a cucinare un piatto indiano
- imparare dagli artigiani dell’India
- stare in un villaggio “estremo”
- farsi dare un passaggio
- prendere un treno notturno di notte: da Bhuj ad Ahmedabad, dalle otto alle due (e poi si cambia stazione per prendere un altro treno!)
- fare un corso di miniature
- conoscere bene un indiano
- mangiare cosa piccante da morire
- andare da un barbiere indiano
- dormire in una vera casa di campagna indiana
- vedere i templi di Khajuraho
- accettare inviti da sconosciuti.
- stare in treno una vita
- meditare sotto l’albero di Buddha
- giocare a frisbee agonistico con ragazzi indiani
- insegnare informatica a bambine indiane
- passeggiare per i ghat di Varanasi
Auto-intervista dopo 90 giorni in India
Ne è valsa la pena?
Carlo: a volte è difficile. Spesso è faticoso. Ogni tanto ci arrabbiamo. Ma questo viaggio mi regala dei momenti, e spesso delle intere giornate, che fanno dimenticare ogni problema.
Alessia: senza ombra di dubbio e lo rifarei altre mille volte. Tutte le persone incontrate, i sorrisi dei ragazzi, i colori, gli odori, la gentilezza, la libertà di prenderci i nostri tempi… si, ne vale la pena!
Se potessimo tornare indietro, cosa cambieremmo?
Carlo: con il senno di poi farei i bagagli in modo un po’ diverso. Mi sarei portato più vestiti invernali, avrei lasciato a casa alcune cose.
Forse potevo fare meno ricerche organizzative, e più ricerche per capire come fare alcune esperienze più significative ma più impegnative.
Ma per più del 90% delle nostre decisioni non cambierei niente.
Alessia: avrei dato più spazio a letture e/o film riguardanti la cultura indiana. Ho letto qualche libro prima della partenza ma non abbastanza. Mi piace addentrarmi e conoscere il paese che visito, spesso mi informo durante il viaggio. Ma in questo caso avrei preferito sapere qualcosa in più prima. Ad esempio, tornassi indietro mi sarei informata di più sull’induismo a discapito di cose più “organizzative”
Non vi manca la vostra vecchia vita?
Carlo: mi mancano tante cose della routine che abbiamo lasciato in Italia. Le comodità, il silenzio, la nostra casa, gli amici, la famiglia, il gatto, il cibo italiano, passare tempo al PC… Ma niente di quello che ho detto è perduto per sempre. Abbiamo scambiato una situazione con un’altra, con vantaggi e svantaggi. Quando saremo stanchi torneremo a casa e ritroveremo tutte queste cose, con la differenza che le apprezzeremo ancora di più di prima.
Alessia: in questo punto siamo un po’ diversi… io sono “scappata” dalla mia routine, quindi al momento non mi manca! Amo l’avventura ed il fatto che in viaggio ogni giorno sia diverso dal precedente mi rende viva. Mi mancano famiglia, amici, la gatta, ma non mi manca la casa come luogo fisico ne le varie comodità. Mi mancano le mie attività creative ma per ora non da farmi tornare a casa. In viaggio dipingo ed è ottimo modo per continuare a “creare”. E chissà, magari in futuro inizierò a portarmi via qualcosa da ricamare! 😉
Non vi manca la vostra famiglia?
Ce lo ha chiesto Amrita, una delle ragazze che abbiamo conosciuto durante le nostre esperienze di volontariato. Per gli indiani la famiglia è tutto, e stare lontani solo per viaggiare deve sembrare una scelta assurda.
Carlo: rispondo come ho risposto a lei: amiamo viaggiare, e per ora questo viaggio ci sta dando tanto. La famiglia ci manca, ma stiamo facendo qualcosa di irripetibile, o quasi.
Più avanti saremo più stanchi, la famiglia ci mancherà sempre di più, e a un certo punto la nostalgia di casa sarà più grande della voglia di continuare.
Alessia: la famiglia mi manca, mi mancano un sacco le mie nipotine!!!!! Ma non è ancora il momento di tornare… so che in qualche modo capiscono i motivi e soprattutto il nostro amore per il viaggiare. Questa esperienza ci sta regalando tante emozioni e sono sicura che se noi siamo felici anche loro lo sono per noi. Arriverà anche il momento in cui abbracceremo tutti!
Lo rifaremmo?
Carlo: per fare questo viaggio abbiamo preso delle decisioni abbastanza drastiche e sconvolto un po’ le nostre vite. Ci siamo lasciati alle spalle tante cose, e ci abbiamo speso dei mesi solo per i preparativi.
Ma, se tornassimo indietro, lo rifaremmo di nuovo senza dubbi.
Alessia: mettere in pausa la propria “normalità” per 6 mesi non è poco… abitudini, lavoro, famiglia… Ci abbiamo investito tantissimo tempo e ancora più energie fisiche e soprattutto mentali. Non sempre è stato facile, anzi. Ci sono stati momenti di sconforto, di dubbi e paure. Ma non ho alcun dubbio, lo rifarei sicuramente! Le emozioni che provo ora sovrastano ogni paura.
Lo rifaremo?
Carlo: questa è una domanda leggermente diversa, ma basta a rendere diversa la risposta.
Mi piacerebbe fare altri viaggi come questo. Se davvero lo faremo dipende da tanti fattori, alcuni sotto il nostro controllo, altri no. Faremo del nostro meglio, e vedremo cosa succederà in futuro.
Alessia: non smetterò mai di viaggiare… e spero di replicare in un futuro! 😉