Abbiamo iniziato a progettare questo viaggio quasi 12 mesi fa.
Nel tempo, è passato da un vago desiderio a un progettone che ha richiesto centinaia di ore di studio, centinaia di pagine di appunti, centinaia di giorni di preparativi.
Eppure, anche dopo tutto questo tempo e tutti questi sforzi, è ancora un groviglio di idee e di pensieri che si scontrano tra loro, si ricombinano, evolvono, cambiano, si cancellano, e poi magari tornano più tardi sotto un’altra veste.
Gli inizi e le prime idee per il viaggio
Siamo partiti con l’idea di un “viaggio sabbatico“. Volevamo prenderci un periodo di pausa dalla nostra vita degli ultimi anni, e cambiare tutto, almeno per qualche mese.
E l’India era il posto giusto per cambiare tutto, perché era tutto un altro mondo.
E così saremmo andati in India.
E sarebbe stato un sabbatico, quindi un periodo di tempo da non trascorrere a correre da una città all’altra, da un posto bellissimo al prossimo, da un’esperienza a quella successiva. Volevamo prenderci il tempo di fare le cose con un altro ritmo, più lento del nostro solito.
Le complicazioni della progettazione
Ma poi. Mentre studiavamo, imparavamo, iniziavamo a mettere insieme i diversi dettagli di questo viaggio, la faccenda ha iniziato a complicarsi.
Bello viaggiare lenti, prendersi il tempo, non fare troppi progetti, ma….
Ci sono un sacco di cose da vedere in India. Mica è facile decidere che cosa vedere e che cosa no.
E poi… vuoi andare in India senza andare a fare un’esperienza di meditazione da qualche parte? E dove? E con chi?
E poi… perché non provare a fare un po’ di volontariato, per entrare a contatto con la gente. E come? E dove?
E poi… vuoi non portarti le cose per dipingere (questa è Alessia, naturalmente. Le mie espressioni artistiche non sono di sicuro nella pittura)? Vuoi non metterti a scrivere?
E poi…. viaggeremo in posti esotici per sei mesi, vuoi non fare un qualche tipo di blog?
E poi….
Insomma, a questa idea di pellegrinaggio semplice e senza meta si sono aggiunte un bel po’ di attività accessorie. Per carità, tutte belle, tutte interessanti, tutte condivisibili. Ma alla fine abbiamo iniziato a chiederci dove avremmo trovato il tempo di fare tutte queste esperienze così interessanti, come trovare le energie per portare avanti tutti questi progetti.
La semplificazione di progetti complessi
E così poi siamo un po’ tornati indietro. Abbiamo iniziato a pensare a come semplificare il viaggio. A come evitare di ricadere nei vecchi errori, nel pianificare le nostre mosse per “ottimizzare” e “sfruttare al meglio il nostro tempo”.
Perché alla fine ottimizziamo e sfruttiamo al meglio da un bel po’ di tempo, e sarebbe anche il caso di provare a vivere in qualche altro modo. E se non lo facciamo in India, a migliaia di chilometri da casa, dove riusciremo mai a farlo?
Ma non è neanche semplice rinunciare a tutte queste buone, volonterose idee.
E quindi? Non abbiamo ancora trovato una risposta, e ogni giorno si aggiunge una nuova sfaccettatura, una sfumatura diversa che sembra conciliare un po’ meglio tutto quello che abbiamo in testa.
E siamo ancora in Italia. Per ora è un po’ tutto sulla nostra testa. Ho una mezza idea che una volta che saremo davvero nel cuore delle cose, una volta che entriamo davvero in questa nuova avventura, tutto quello che è stato pensato e preparato prima verrà stravolto. E magari non sarà neanche una svolta così sbagliata.