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Siamo arrivati in India! Le prime impressioni

Dopo tanto parlare di questo viaggio, finalmente siamo arrivati in India. Abbiamo registrato a caldo le prime impressioni di questo mondo tutto da scoprire.
Credevamo di essere pronti: non lo eravamo. Ci aspettavamo tanto: è ancora di più.

Prime impressioni di India – Alessia

L’impatto è molto forte soprattutto per l’atmosfera, una nebbia avvolge tutto. Veniamo buttati nel traffico cittadino, gli indiani guidano malissimo, stanno in mezzo alle linee e guardano continuamente il cellulare. Tutti vogliono la mancia e cercano di abbordarti

La città è piena di qualsiasi mezzo di trasporto (scooter, macchine, persone, carretti, risciò), regna la confusione, il rumore dei clacson, se non stai attendo ti prendono sotto. C’è una costante nebbiolina creata dallo smog e dalla polvere.

L’ostello non è proprio come lo immaginavamo, molto molto basico. Diciamo che sono stati molto bravi a fare le foto per Booking. Ma va bene così!

Ore e ore per riuscire a fare la SIM per l’India, in un negozio che è una nicchia su un muro, in un vicolo a fianco di una stradina. Ma alla fine ce la facciamo!

Mentre andiamo a mangiare veniamo abbordati da vari personaggi che cercano di proporci chissà cosa. Molte ragazze e bambine cercano di fermarci chiedendo la carità. Ci sono tanti negozietti ai lati della strada e uno di sartoria prende la mia attenzione.

A cena optiamo per il Chole Bathure, un curry di ceci e pane fritto farcito con delle verdurine. Piccante ma molto molto buono, pagato nulla (3€ in due). Servizio essenziale, ci hanno quasi spazzati fuori con le ramazze perché chiudevano. Mi colpisce il lavabo per lavarsi le mani prima di mangiare (che ovviamente ho usato).

Una bambina ci chiede l’elemosina, non resisto… non le abbiamo dato soldi ma le abbiamo comprato una bibita. Inizialmente è scappata dalla sua famiglia senza salutarci, poi quando l’abbiamo passata di nuovo ci ha sorriso e ci ha salutato (bevendo il nostro regalo). Quegli occhi pieni di di gioia per una Coca Cola….
Più tardi abbiamo incrociato delle bimbe in divisa che tornavano dalla scuola con occhi e bocca sorridenti, e delle bambine in risciò che ci hanno salutato tutte allegre. Questi sono i momenti in cui speravo.

Prime impressioni di India – Carlo

L’India ti colpisce dal primo minuto. L’aeroporto è ancora una zona franca, ma appena il taxi si mette in strada sei catapultato in un nuovo mondo. Il traffico travolgente, l’ignoranza aggressiva delle regole della strada e del buon senso, i mezzi di trasporto fantasiosi…

E l’India ti colpisce come un muro con tutti i tuoi sensi.
Esci dall’aeroporto e ti trovi circondato da un’aria calda e densa di umidità, che fai anche fatica a respirare. 
Gli odori incommentabili arrivano da ogni angolo: immondizie, cibo, inquinamento, persone, animali, motori, tutto e il contrario di tutto. 
Lo spazio personale sparisce, e ti trovi persone dappertutto, che ti sfiorano e ti passano accanto, o anche che ti si fermano addosso. 
Taxi, camioncini, risciò, motociclette e scooter sfrecciano ovunque, risvegliando i tuoi istinti di sopravvivenza. 

Vedi decine di persone che fanno decide di cose che ti sembrano strane ogni dieci metri, vestite in dieci modi diversi. E almeno alcune di loro tenteranno di parlarti, di solito per chiederti qualcosa, venderti qualcosa, proporti qualcosa.

Edifici diroccati ad ogni strada, ma magari sullo sfondo si vedono grattacieli scintillanti. Strade ben asfaltate e segnalate, ma invase di veicoli che girano a caso, animali dalle mucche alle scimmie, sporcizia di ogni tipo, gente, bancarelle e macchine ferme ai lati fino in mezzo alla strada.

L’India, Nuova Delhi, è un posto dove sembra succedere tutto contemporaneamente, dove tutto è accelerato ed esasperato. Tutto più rumoroso, tutto più caotico, tutto più impegnativo, più faticoso, più sporco, più in rovina, più povero…

Ma ci sono anche momenti di fuggevole bellezza che accadono di continuo, se sei attento a cercarli. Una scenetta in mezzo alla strada che sai che non vedresti in nessun altro posto. Uno scambio di battute con uno sconosciuto. Uno scorcio di un angolo della città che ha una sua bellezza anche se non lo capisci. Soprattutto il sorriso delle persone, anche e soprattutto di quelle che sembrerebbero avere meno motivo degli altri di sorridere.

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