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La grossa fregatura del tempio Pashupatinath a Kathmandu (e come evitarla)

Se andate a Kathmandu ci sono dei monumenti da vedere che vengono proposti a tutti. Uno di questi è il tempio Pashupatinath, il più grande tempio indù del Nepal. E’ un tempio maestoso e molto bello, ed è molto famoso perché potete assistere alle cremazioni funebri.
E’ anche una bella fregatura per i turisti occidentali.

La fregatura del tempio Pashupatinath

Perché il tempio di Pashupatinath è una fregatura? Se sei uno straniero non asiatico, entrare ti costa la bellezza di 1.000 rupie nepalesi. Al cambio stiamo parlando di 7 euro: non è una cifra esagerata, ma è abbastanza per un pranzo o una cena abbondanti per 2 persone a Kathmandu, la città più costosa del Nepal.

Ma non è neppure questa la vera fregatura. Il problema è che se non sei indù non puoi entrare nel complesso intorno al tempio principale. E quindi cosa ti resta da vedere? Ci sono alcuni edifici all’esterno, e alcuni cortili. E basta.

Ti viene detto che ci sono alcune zone che sono proibite ai non indù, ma non credevamo che queste zone comprendessero tutte le cose più belle e interessanti. Noi abbiamo pagato i nostri biglietti, abbiamo iniziato a esplorare e quasi subito siamo stati bloccati e deviati. Abbiamo girellato un po’ intorno, ma non c’era nulla di molto interessante.

Andando verso il fiume puoi assistere alle cremazioni, e infatti tante recensioni su Google Maps si concentrano su questo aspetto. Anche noi ci siamo stati, e posso confermare che sia un momento interessante e che merita di essere visto.

Abbiamo passato il fiume su un piccolo ponte, e ci siamo sistemati su degli scalini sulla riva opposta. Davanti a noi si vedevano le piattaforme per le cremazioni, sempre in attività.
Siamo stati a lungo e abbiamo imparato molto. Ma non bastano a giustificare il biglietto di ingresso. Specialmente se poi scoprite che non era necessario pagare…

Come vedere le cremazioni del tempio Pashupatinath senza pagare il biglietto

I baracchini per comprare i biglietti del tempio sono nel percorso che porta al tempio principale, e altri sono davanti al passaggio principale che porta alla zona delle cremazioni. La zona intorno si può esplorare liberamente.

Prima possibilità: andate verso sud, scendendo paralleli al fiume. Più avanti c’è l’area vera e propria delle cremazioni, e dietro ci sono delle panchine per assistere. Lì c’è un passaggio che sembra molto meno sorvegliato e porta direttamente a queste panchine. Non abbiamo provato a passare direttamente, ma forse se provate a entrare facendo finta di niente vi può andare bene. Altrimenti c’è un’altra opzione.

L’opzione sicura: arriverete al tempio da nord. Non entrate nella zona del tempio, ma continuate a costeggiarlo andando verso sud. Poi girate a sinistra verso il fiume. Proseguite lungo il perimetro esterno del tempio, e sulla sinistra dovreste passare un altro baracchino che vende biglietti.
Andate ancora più avanti: c’è una stradina che si insinua tra due mura di cinta, e che sembra un vicolo cieco. All’ultimo si vede che invece potete andare a sinistra, e vedrete davanti a voi un ponte. Passate il ponte e siete sull’altro lato del fiume, andate più avanti e sarete sulla riva di fronte agli spazi per le cremazioni. Lo stesso spazio che noi abbiamo pagato 2.000 rupie per raggiungere…

Questo NON è un modo per fare i furbi o per non pagare quello che è giusto. Ci sono altri monumenti a Kathmandu che sono a pagamento, ma che consiglio senza problemi. Il tempio non è uno di questi. Quello che ti offrono per il prezzo del biglietto (che costa tanto quanto piazza Durbar, molto più bella e famosa) è davvero poco o niente. Fanno tanta pubblicità alle cremazioni, ma possono essere viste tranquillamente senza passare per il tempio, quindi senza pagare il biglietto.
Se siete a Kathmandu, volete visitare il tempio Pashupatinath, e non volete sentirvi trattati come portafogli ambulanti, sapete come fare!

1 commento su “La grossa fregatura del tempio Pashupatinath a Kathmandu (e come evitarla)”

  1. Mi avete strappato il sorriso perché siete ancora tutti sani e salvi dopo le grandi avventure.
    La vostra esperienza non è vedere l’India ma piuttosto vivere l’India.
    Nel mio piccolo lo dicevo anch’io ai miei studenti.
    Forse è così che impariamo la lezione della nostra vita.

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