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Impressioni di New Delhi in 10 parole chiave

Abbiamo iniziato il nostro viaggio a New Delhi. Più di una persona mi ha consigliato di starci il meno possibile, e anche online c’erano consigli di questo tipo.
Dicono che ha un impatto troppo forte, che è “troppa” per qualcuno che è appena arrivato in India. Abbiamo deciso di fermarci lo stesso qualche giorno e immergerci subito in tutto quello che l’India offre, anche se è difficile da digerire. Credo che il consiglio sia giusto: atterrare da casa a New Delhi è difficile. Ma è stata anche un’esperienza di cui non mi pento. E magari così tutto quello che troveremo più avanti ci sembrerà più facile.

Come posso rendere l’idea di una megalopoli da 30 milioni di abitanti che contiene così tanto di tutti: persone, vite, attività, cultura, storia, brutture, speranze…? Non penso certo di poterlo fare dopo esserci stato cinque giorni. Ma ho scritto alcune parole chiave che mi vengono in mente pensando a New Delhi, che aiutano a fare una piccola mappa mentale, una incompleta, semplificata rappresentazione che però può essere lo stesso interessante.

New Delhi è… estremi

E’ la prima cosa che mi viene in mente. Arrivare a New Delhi vuol dire uscire da un aeroporto abbastanza moderno, prendere la strada e vedere Tuk Tuk, camioncini sgangherati, mucche, auto ammaccate, Suv. Ai lati si alternano catapecchie, cumuli di immondizia, alberi tropicali, giardini curati recintati con il filo spinato.

E il resto della città continua su questo tono.
Vedi una povertà da non crederci.
Vedi i viali dritti e alberati vicino agli uffici governativi.
Vedi la gente che vive per strada.
Vedi tanti veicoli elettrici, dai tuk tuk agli scooter.
Vedi i cumuli di rifiuti ad ogni angolo, anche alti come te.
Vedi una metropolitana migliore di quelle italiane.
Vedi le strade che passano allo sterrato anche al centro della capitale…

Sembra una contraddizione continua, un cumulo di paradossi e antitesi, e ti trovi disorientato come se non capissi che cosa stai vedendo, che cosa dovresti pensare.

New Delhi è… rumore

Questa è la prima verità che capisci, e che le foto non ti mostrano. New Delhi è un muro di suono continuo, incessante, mutevole, cacofonico, impossibile da ignorare.

Tutto fa rumore, tutti fanno a gara per farsi sentire nel frastuono. I clacson sono una sinfonia, dal camion all’ultimo dei risciò tutti lo usano in continuazione, comprese versioni personalizzate e taroccate per decibel massimizati.
Tutti sembrano avere capacità vocali da tenore, con voci che si proiettano a grandi distanze e che senti a decine di metri di distanza. E poi i lavori in corso, il carico e scarico di merce, i motori, i bambini che giocano, i petardi…

E la musica. La musica che sembra essere dappertutto. Sembra sempre ci sia una festa, o una cerimonia, o una processione che richiede musica al massimo volume possibile.

Non sono mai stato in una situazione così rumorosa, così a lungo.

New Delhi è… insonne

Il rumore non smette mai. Giorno, notte, alba, non fa differenza. 

Fino a notte fonda ci sono i rumori della strada, i petardi e la musica. La mattina presto (ma presto davvero) già si sentono le serrande che si alzano, i primi clacson, le prime voci. Perché anche se sono le quattro di mattina agli indiani piace parlare con la voce sparata al massimo, e salutare l’amico che vedono dall’altra parte dell’isolato…

Sentivo questi rumori dalla camera del nostro ostello, che era anche in una stradina abbastanza isolata. E così sentivo questa città che non dorme mai, dove a tutte le ore c’è un sacco di gente in giro.

L’ultimo giorno siamo usciti alle cinque del mattino per prendere il treno. La strada era già piena di gente che iniziava a spostarsi, paragonabile alle strade del centro di Treviso in un pomeriggio qualsiasi. E la strada davanti alla stazione era già un ingorgo di auto e tuk tuk, bloccati in una colonna caotica che si estendeva fino a chissà dove. 

Insomma, non andate a New Delhi con l’idea di dormire facilmente.

New Delhi è… traffico

Stavo dimenticando un punto importante, anche se abbastanza ovvio. Il traffico di New Delhi è una cosa difficile da immaginare, e difficile anche da vivere.

Tantissime persone, in poco spazio, tutti che si devono muovere. Risultato: le strade sono una giungla, una bolgia infernale dove sembra impossibile farsi strada.
La segnaletica non vale neanche come suggerimento, i sensi di marcia sono ignorati, la distanza di sicurezza è un segno di debolezza, e dare la precedenza è un segno di mancanza di mascolinità.

Gli autobus e i camion sono lenti e ondeggianti, ma almeno viaggiano abbastanza regolari. Le auto sono aggressive alla guida e si fanno strada a colpi di clacson, ma più di tanto non possono correre.
Ma se a questo aggiungi tuk tuk, moto e scooter, ecco che riempi ogni centimetro di asfalto possibile. Anche se sembra impossibile, loro si infilano da qualche parte e in qualche modo. Magari salgono sul marciapiede, o si allargano contromano. Così, senza guardare e senza problemi.
E per completare il quadro si aggiungono i mezzi accessori: un po’ di biciclette, carrettini tirati a mano, carretti tirati da cavalli…

Poi in qualche modo tutti arrivano a destinazione. Non abbiamo mai visto un incidente, neppure un piccolo urto.
Tutti tagliano la strada, ma quelli intorno si fermano e lasciano passare (con malagrazia). Prendi un tuk tuk a New Delhi ed è come andare in giostra: adrenalinico, magari spaventoso, ma alla fine non sei tu che guidi. Tanto vale prenderla con filosofia e divertirti per tutta la corsa.

New Delhi è… sporco

Credo di non stupire nessuno dicendo che New Delhi è una città sporca.

Lo sapevo, mi ero preparato mentalmente. Non è servito del tutto. E’ molto, molto, molto sporca. Se siete schizzinosi le strade della città (e dell’India in genere) non saranno una prova facile da superare.
Per terra trovi veramente di tutto. Il concetto di gettare le immondizie nel cestino è poco diffuso. Ci sono tante mucche e tanti cani dappertutto, con conseguenze immaginabili. Gli indiani stessi masticano il paan (uno stimolante naturale) e poi lo sputano a terra dove capita. Scaracchiare e scatarrare è la regola. I netturbini fanno il possibile, ma gli sforzi sembrano concentrati nello spostare i rifiuti un po’ più a lato.

Noi tendiamo a non farci tanti problemi, ma in questo viaggio dovremo raggiungere nuovi livelli.
Se non altro dopo una giornata così è più facile passare sopra al livello di pulizia dell’ostello.

New Delhi è… odori

Ecco un’altra verità che le foto e i video non ti fanno capire: a New Delhi sentirai degli odori che non ti lasceranno indifferente. E lo dico io, che sono cresciuto in campagna e andavo in giro per i campi nel periodo della concimazione. Visto quello che ho scritto sopra, non c’è da stupirsi. Ma è comunque qualcosa di inscindibile dall’impressione generale della città.

Ogni tanto arrivano folate di profumi interessanti: i fiori dei templi, ma soprattutto gli affascinanti profumi del cibo che viene cucinato e servito ad ogni angolo. Le spezie si fanno sentire e coprono per un po’ gli altri odori, meno piacevoli.

New Delhi è… fatiscente

New Delhi ha una sua bellezza, ma non è certo una bellezza classica. Come si dice per non offendere: “non è bello/a, ma è un tipo”.

Il centro di Delhi è fatto di palazzi fatiscenti: vecchi, mal tenuti, e non dovevano essere il massimo neppure quando erano nuovi.
Poi magari la sera si illuminano di festoni luminosi lunghi decine di metri, ma dietro le luci e i colori i problemi restano.
Scrostati, sbrecciati, scoloriti, danneggiati, mal rifiniti, mal costruiti.

Sembra sempre essere in riparazione, ma ogni intervento sembra fatto in modo da creare altri tre diversi problemi più avanti.
Un esempio: fili della luce tesi un po’ a caso e dappertutto, a volte pendenti sulla tua testa, altri aggrovigliati l’uno sull’altro. Altro esempio: scavare con il martello pneumatico una canaletta sulla strada, senza prendere le misure o altro e creando un percorso a zig zag che sarà coperto chissà come.

New Delhi è… strada

La vita di New Delhi sembra si sviluppi tutta in strada. La gente sembra passare lì la maggior parte della giornata. Questo spiegherebbe come mai gli edifici e le case siano lasciate un po’ andare, tanto ci passano poco tempo.
E così tutti si riversano in strada. Passeggiano, corrono, contrattano, mangiano, chiacchierano, guardano i negozi, si riposano, sgranocchiano snack… 

Le strade sono il vero centro vitale della città, i luoghi dove le cose succedono. Ad esempio abbiamo visto pochissimi bar o locali dove passare il tempo. Gli indiani mangiano velocissimi, quindi non passano tempo al ristorante. I negozi sono spesso dei buchi nel muro senza neanche una vetrina, quindi sono una continuazione della strada.

Per gli indiani la strada non è solo per spostarsi da un posto all’altro, la strada è il posto dove stare e dove essere.

New Delhi è… persone

La città è fatta dalle persone che la abitano. E’ vero per tutte le città, ma per New Delhi ancora di più.
Le nostre città, almeno le città d’arte, sono belle a prescindere. Se non ci fosse nessuno potremmo camminare in giro ammirando un sacco di cose belle. Venezia è l’esempio perfetto: meno gente c’è in giro, più esce il suo fascino.

Per New Delhi vale l’opposto. Se togliamo la gente dalla città rimane una distesa aggrovigliata di edifici fatiscenti, di sporco, di desolazione veramente deprimente. Ma se prendi questa landa desolata e la riempi di indiani ecco che diventa un turbinio di vita e di attività.

New Delhi è… energia vitale

Perché alla fine New Delhi è soprattutto energia vitale. La città non è fatta dai suoi monumenti, dai suoi edifici, e neanche dalla sua storia.

E’ una città di persone, di interazioni, di energia incontrollata. Tutto è dinamico, colorato, rumoroso, imprevedibile. Anche se hai fatto poco arrivi a fine giornata che sei esausto, fisicamente e mentalmente. Ma un po’ ti viene voglia di tornare in strada anche il giorno dopo.






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