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Il Runn of Kutch

Uno dei motivi principali per avventurarsi fino al Kutch è il suo grande deserto. E’ uno dei punti più famosi e conosciuti, anche se poi noi abbiamo scoperto un sacco di altre cose, come diremo in un altro post.

Ma il deserto è una tappa irrinunciabile e merita le fatiche e gli ostacoli che si pareranno sulla vostra strada. Quali? Ma prima, parliamo un po’ di questo deserto.

Il deserto del Kutch: come si è formato, caratteristiche, presente e futuro

Una volta il Kutch era una baia poco profonda nel mare arabico. Poi la terra si sollevò e divenne un lago salato. Con il tempo anche il lago si è prosciugato, ed è rimasto il sale. Ad ogni monsone il livello delle acque si alza, e da ovest il mare si riversa di nuovo sul deserto. E’ una distesa infinita e piatta, quindi bastano 50 cm di acqua in più per riempire tutto di acqua salata. Poi il mare si ritira, l’acqua salata resta di nuovo intrappolata, evapora lasciando il sale, e il ciclo si ripete. 

Oggi il deserto viene sfruttato per estrarre alcune sostanze chimiche lasciate dall’acqua di mare che si asciuga. L’acqua salata viene convogliata in enormi vasche, per poi farla evaporare e lasciare il sale e gli altri minerali sul fondo. A quel punto viene raccolto tutto e mandato verso le industrie che lavoreranno la materia prima. E poi finisce tutto sui camion colorati e decoratissimi che intasano le strade del Kutch.
Dal punto in cui inizia la visita sono visibili all’orizzonte le lunghissime barriere che raccolgono le acque, e le immense vasche sono visibili anche dai satelliti e dalle Google Maps.

Forse in futuro questi impianti potrebbero espandersi ancora di più e spingere più lontano il deserto incontaminato. L’India ha fame di materie prime, le industrie devono lavorare, e il deserto è una distesa “improduttiva” se non si conta il turismo. 

Le difficoltà di arrivare a deserto del Kutch

La prima difficoltà per arrivare al deserto del Kutch è dove si trova. Sfortunatamente non è un deserto che trovi vicino ai soliti percorsi turistici, devi andare un po’ a cercarlo. Quindi prima devi arrivare ad Ahmedabad, da lì prendere un treno per Bhuj (ti risparmio uno sguardo alla mappa, si trova molto a ovest, vicino al Pakistan). Da lì puoi farti portare in macchina o, se ti senti avventuroso, trovare un autobus o qualche soluzione collettiva.

Secondo ostacolo per arrivare al deserto del Kutch: la strada. Recentemente è stata fatta una bella e comoda strada (per gli standard indiani), ma la dobbiamo condividere con una quantità enorme di camion. Ci vuole qualche ora per arrivare, ma neanche molte.

Terzo ostacolo: i permessi. Il deserto si trova vicino al confine tra India e Pakistan, che non è propriamente tranquillo. A un certo punto lungo la strada ci sarà un baracchino, e lì potrete prendere dei permessi appositi per andare nel deserto. Ovviamente a un piccolo prezzo.

Quarto ostacolo: dal parcheggio al deserto.
Quando arrivi troverai una enorme area commerciale, e un altrettanto enorme parcheggio. Lasci la macchina, e vai alla fermata del bus! Sì, arriverai sul deserto in un autobus. Si riempie presto e parte, fa un paio di chilometri, si ferma, scendi e… devi prendere un altro autobus

La nostra guida, Kuldip, ha provato a spiegare perché, poi si è fermato e ha ammesso: non so perché sia così, in effetti non ha senso. 

Quindi ostacolo: controllo passaporti!
Quando credi che ormai sia tutto a posto il tuo autobus si ferma e ti fanno scendere. Che succede? Vogliono controllarti il passaporto… E così avanti fino a un altro baracchino, dove un soldato trascrive diligentemente i tuoi dati in un grosso registro. E intanto il resto dell’autobus aspetta. 

Finalmente ti lasciano andare, sali, e stavolta continuerai fino al deserto.

Visitare il deserto del Kutch: gli aspetti negativi

Il primissimo impatto con il deserto non è stato come ce lo aspettavamo, e non proprio in senso positivo. Per noi il deserto è silenzio, è pace, è muoversi in una natura incontaminata. Scendere dall’autobus che ci ha portato fin là non è stato niente di tutto ciò.

Prima di tutto gli indiani non possono stare in silenzio neanche mentre dormono, quindi c’era un vociare continuo. Poi c’era della musica sparata da un grosso impianto audio, da un’area dove sembra facciano spettacoli con proiezioni video. E poco più in là, per non farsi mancare nulla, un piccolo gruppo di musicisti stava suonando allegramente…

Ma non disperate! Basta camminare pochi minuti per allontanarsi dalla ressa e trovare il deserto che cercate. Prendete una direzione qualunque (siete nel bel mezzo del nulla), e vedrete che quasi tutti si fermano molto presto, e voi avrete il deserto tutto per voi.

La bellezza del deserto del Kutch

Non è facile descrivere a parole il Rann of Kutch. Immagino sia una di quelle occasioni in cui “una immagine vale più di 1000 parole”. Così ecco una piccola gallery di immagini. 

Secondo me neanche le immagini bastano a capire questo deserto. Sicuramente non le immagini che abbiamo fatto noi, ma sono il meglio che potevamo fare, con le attrezzature che avevamo.

Posso dirvi che il deserto del Kutch è qualcosa di diverso da tutto quello che abbiamo visto finora nei nostri viaggi. Dimenticatevi il Sahara o i deserti di sabbia.

E’ piatto, completamente piatto fino all’orizzonte, e fino all’orizzonte e oltre non si vede proprio nulla, solo una distesa bianca che non finisce mai. La linea dell’orizzonte è più un suggerimento che un confine definito. I colori sembrano sfumare tra la terra e il cielo. Ma non significa che sia tutto dello stesso colore, anzi è il contrario. Guardi davanti a te e inizi a vedere un sacco di sfumature.

Verso il tramonto vengono fuori i rossi, gli arancioni, i gialli, e la distesa di sale prende colori caldi. Ma ancora più bello è l’altro lato. Lì vedi un arcobaleno di colori tenui e morbidi: violetti, azzurri, blu, grigi. Scende il sole, e i colori continuano a cambiare, in modo quasi impercettibile. 

Non ci sono punti di riferimento, montagne, edifici, neanche una roccia che faccia da punto fermo per lo sguardo. Ti sembra di essere in un altro mondo, un mondo completamente vuoto, silenzioso, immobile. Perfetto.

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