Siamo arrivati ad Ahmedabad con programmi ambiziosi. La città offre parecchie cose interessanti da visitare, quindi ci voleva almeno qualche giorno se volevamo fare tutto. Siamo partiti con l’idea di fare le cose di cui parlano qui.
Alla fine abbiamo fatto molto meno di quello che avevamo in programma, ma non sono stati giorni sprecati. Anzi, ripartiamo pieni di bei ricordi. Ma andiamo con ordine.
Cosa vedere ad Ahmedabad, ma solo se sei pronto a impegnarti (non come noi…)
Iniziamo con raccontare che cosa NON abbiamo visto, ma è molto bello e dovreste vedere se andate ad Ahmedabad.
Una delle attrattive principali della città, come vedrete anche sulla Lonely Planet, è il Calico Museum of Textiles. Dovrebbe essere una tappa imperdibile per gli appassionati di tessuti e stoffe, con pezzi unici raccolti in tutto il Gujarat.
Perché dico “dovrebbe”? Perché visitarlo richiede un sacco di lavoro. Si visita solo su prenotazione, ci sono solo due tour al giorno, uno al mattino e uno al pomeriggio, a numero chiuso. Per fare domanda bisogna compilare un modulo online, e ti faranno sapere se c’è posto. Se non ricevi risposta vuol dire che non c’era posto… Noi lo abbiamo scoperto tardi, abbiamo fatto domanda, hanno accettato la mia ma non quella di Alessia. Peccato!
Le nostre ricerche ci dicono che ci sono due pozzi a gradoni in città. Uno molto bello e risale al XV secolo, il pozzo di Adalaj, si trova qualche km fuori città. L’altro è più vicino, meno conosciuto, e quindi magari più particolare, il Bai Harir Vav.
Prendendo una macchina per una gita giornaliera potete andare a vedere il tempio del sole di Madhera e il Rani Ki Vav di Patan, pozzo a gradoni patrimonio Unesco.
Cosa vedere assolutamente ad Ahmedabad (con poca fatica)
Cosa potete vedere ad Ahmedabad senza spostarvi troppo e senza grande fatica? Ci sono alcune cose interessanti.
Nella zona centrale ci sono quattro moschee che potete vedere in una mattinata, o un po’ di più se ve la prendete comoda. La più grande è la Jama Masid, costruita nel 1.400. La più bella è probabilmente la moschea Sidi Saiyyed, piccola ma con dei jali bellissimi. I jali sono le lastre di pietra traforate con motivi geometrici o di altro tipo. Alessia ne va matta.
Le altre due moschee sono la Shahi Jam-e-Masjid Bhadra e la Rani Sipri Ki Masjid. Carine ma niente di più, visto che siete in zona potete vedere anche loro. Le donne non possono entrare nel corpo centrale delle moschee, ma non è un grande problema: sono state costruite con un lato completamente aperto, quindi anche dall’esterno potete vedere quasi tutto.
Un altra tappa molto interessante è l’Ashram Sabarmati. Questo ashram è dove Gandhi ha costruito una comunità che seguiva i principi della sua filosofia, e ha affinato questi principi. Ha vissuto lì diversi anni, e la comunità poi è cresciuta e si è sviluppata.
C’è anche la stanza con lo scrittoio e il telaio che sono diventati un po’ gli “oggetti di scena” delle fotografie più famose che lo ritraggono. E’ abbastanza facile da raggiungere, e ci sono un sacco di informazioni scritte sulla storia e la filosofia di Gandhi.
Ci sono anche un negozio di libri con un sacco di cose pubblicate da e su Gandhi, e un negozio di vestiti fatti con cotone Khadi, molto carine.

E alla fine Ahmedabad è attraversata dal fiume Sabarmati, uno dei fiumi sacri per gli indiani. Lungo le sue rive hanno costruito un bellissimo riverside, un ampio percorso pedonale con alberi e panchine. E’ uno dei pochissimi posti dove non dovete schivare mezzi a motore (o quasi: alcuni si infilano lo stesso…). Ottimo per trovare un po’ di ombra, stare un po’ tranquilli, fare una passeggiata sia di giorno che di sera.
Cosa mangiare ad Ahmedabad
Ahmedabad è un paradiso culinario dove trovare tante cose buone da mangiare, alcune tipiche della zona e che dovete assolutamente provare.
Primo piatto: il Gujarati Thali. Thali significa “piatto”, e in questo caso un gran vassoio con sopra diverse ciotole con diverse pietanze, tutto accompagnato con il roti, una specie di piadina che è la base della dieta indiana. Non sto a raccontarvi cosa contiene altrimenti non finiamo più. Vi rimando alla definizione di Wikipedia (in inglese).
Secondo piatto: il gotala dosa. Verdure, spezie, paneer (una specie di finto formaggio) ed enormi quantità di formaggio e di burro. Non è per palati fini, né per chi è a dieta. Per gli altri: non fatevelo scappare!
Lo “special sandwich”. Così lo ha chiamato il nostro amico Sadik, che ce lo ha consigliato. Si tratta di pane da toast grigliato sulla fiamma, e poi riempito con un qualche mix di verdure super speziato.
La patata street food. Non sappiamo bene il nome, ma è molto semplice. Si tratta di patata dolce lessata, condita con un mix di spezie misterioso e con una spruzzata di lime sopra. L’abbiamo vista e l’abbiamo presa seguendo il consiglio di un local che la stava comprando e ce l’ha anche fatta assaggiare. Era molto buona e ovviamente molto economica.
Dove trovate tutto ciò?
Per il Gujarati Tali potete andare al Gopi Dining Hall. Fanno 2-3 menu a prezzo fisso, e arrivate pronti a mangiare tanto. Ogni cameriere ha una sua pietanza, e quando siete seduti saranno pronti a tornare ancora e ancora a proporvi di prenderne ancora. Molto gentili e simpatici, tutto buonissimo, siamo usciti che eravamo pieni da scoppiare.
La patata la vendono dei venditori ambulanti che si spostano con un carrettino tirato a mano, li potete trovare un po’ dappertutto in giro per la città, più probabilmente nelle zone dei mercati.
Per le altre specialità c’è un solo posto dove andare: Manek Chowk.
Ne parlo meglio più giù, ma il consiglio è andare fiduciosi, trovare un posto in cui sedersi e ordinare. In qualche modo vi capiranno, e potrete assaggiare cose molto particolari.
Infine, una nostra scoperta. In una stradina un pò nascosta del mercato, Bhatiyar Galli, si concentrano negozi e locali che vendono e cucinano carne. Non è per gli animalisti e le persone che si impressionano facilmente, perché lì i macellai lavorano in bella vista.
Ma c’è un posto che fa dei buoni piatti di carne, e soprattutto fa del pane piatto cotto sul forno tandoori che è la fine del mondo. Siamo tornati per comprare un pò di pane da mangiare da solo, take away.
Il nome del posto è facile da ricordare, ed è un altro nome che da noi non si vedrete mai, per ovvi motivi…

Cosa abbiamo fatto di diverso ad Ahmedabad
Mentre cercavamo un parco dove stare un po’ tranquilli abbiamo visto che ad Ahmedabad c’era una fiera del libro. Ci siamo detti: perché non dare un’occhiata?
C’erano diversi grandi tendoni pieni degli stand degli editori, e anche diversi palchi dove gli autori presentavano le loro opere. Gli indiani sono dei grandi lettori e la fiera era piena di gente e di venditori. Abbiamo anche seguito un paio di presentazioni di autori e libri che non abbiamo mai sentito nominare, ed è stato più interessante di quanto prevedevamo. C’era una bella atmosfera, di gente che si diverte, che vuole imparare, conoscere, crescere.
Ci siamo divertiti un sacco ad andare a Manek Chowk, il mercato che di sera diventa il centro dello street food. Di giorno è uno dei principali bazar della città, e ci trovate un po’ di tutto. La sera si trasforma. Quelli che prima erano un paio di parcheggi diventano una sagra: decine di baracchini ai lati, e tutto il resto dello spazio riempito di tavolini tutti attaccati, sempre pienissimi.

Abbiamo trovato dei posticini perché qualcuno si è “impietosito” a vedere degli stranieri un po’ sperduti. Poi i vicini di tavolo si sono fatti avanti in un secondo e hanno ordinato per noi: tutte ottime scelte. Siamo tornati due volte per poter provare cose diverse, quello che non è cambiato è la gentilezza delle persone.
Ci siamo anche riposati un po’, che venivamo da giornate di viaggio un po’ impegnative, e il caldo di Ahmedabad ci ha tolto energie. Poi non è la città giusta per dormire: fuochi d’artificio e musica sparata a palla durante la notte, e indiani che iniziano a far casino già dalle prime ore del mattino. Abbiamo rallentato, ci siamo presi del tempo, ed è stata una buona idea.
Ma soprattutto ci siamo buttati in mezzo alla folla, a volte per andare da qualche parte, a volte solo per fare un giro e vedere cosa c’era poco più avanti.
In Italia non mi piace tanto stare in mezzo alla confusione. Qui, per qualche motivo, è diverso. C’era gente dappertutto, tutti che dovevano passare subito, tuc tuc e motorini che si buttavano in ogni centimetro libero, eppure… alla fine era divertente.
Un giorno ci siamo anche fatti un giretto separati. Io mi sono incamminato e ho seguito la folla. Dopo un po’ è un’esperienza quasi meditativa: passeggi, segui la corrente, ti muovi quasi in automatico cercando i percorsi liberi. Ti trovi a evitare gli ostacoli senza pensarci, a scivolare tra la gente, a guardarti intorno senza andare a sbattere contro i mille ostacoli. Sono stato molto meglio di quanto avrei pensato.
Ahmedabad: città da vivere
Alla fine ci sono diversi motivi per andare ad Ahmedabad.
Potete andare a vedere tutte le cose belle e interessanti che offre.
Potete andare a fare scorpacciate di Thali, come fanno in questo post e come abbiamo fatto anche noi.
Potete passarci per andare nel Kutch (mooolto consigliato).
Noi lo abbiamo fatto per ognuna di queste ragioni, ma alla fine ci è piaciuta per un motivo completamente diverso. Per noi Ahmedabad è una città da vivere, più che da visitare. Fatevi un giro, mescolatevi alla gente, girate per il mercato, mangiate cose nuove, parlate con la gente. Avrete ricordi più belli dell’ennesimo tempio o pozzo a gradoni.
Incontrare la gente è sempre l attività più importante quando si gira il mondo. E subito dopo mangiare il cibo locale
Ciao
Ma come fai a ricordare bene tutti i nomi indiani? Io mi perderei.
A parte gli scherzi, ho apprezzato molto il racconto convincente degli ultimi post perché comunicano una grande umanità, il loro modo di vivere è curioso e intrigante.
Ho letto con molto interesse tutto il post sul lavoro e sulla scuola: è bello tutto il meccanismo sul merito e la preparazione, però io preferisco una scuola più basata sull’umanità, sulla scoperta dell’umanità che c’è dentro di noi.
Vi seguo ancora, buona continuazione.